Nell’arco di una vita
Giovanni Lucchi non aveva nulla di ordinario. Come il suo mestiere. Era uno degli archettai più famosi al mondo, fabbricava archetti per strumenti a corda che hanno suonato tra le mani dei più grandi musicisti contemporanei.
Elegante, un po’ sornione, serio e giocoso al tempo stesso, viveva concentrato nel suo laboratorio ma sempre aperto sul mondo, teso a coglierne ogni più piccola vibrazione. Conoscerlo, nell’esatto momento in cui si era deciso a raccontare la sua storia, è stata un’esperienza unica. Il foulard al collo, gli occhi accesi, il ritmo tra le dita, ci ha affidato i suoi trionfi e le sue debolezze, i suoi esperimenti e le sue cadute, il suo metodo e le sue speranze.
Noi lo abbiamo ascoltato, aiutandolo a mettere un po’ – non troppo – d’ordine tra i suoi ricordi. Da quando, bambino, saliva sullo sgabello per affrontare il contrabbasso, molto più alto di lui, a quando ha escogitato un metodo empirico per misurare la trasmissibilità del legno, da quando suonava con gli amici su e giù per la riviera romagnola a quando si è guadagnato la fiducia di Rostropovich, regalandogli un archetto elastico e balzante come la sua intelligenza, come la sua passione.
Il suo racconto si è trasformato in un libro, Nell’arco di una vita, che oggi verrà presentato a Mondomusica, a Cremona.
Per saperne di più, http://www.lucchicremona.com